Chrysalis
progetto fotografico |2016|
stampa fine art su carta cotone
Maria Lai sosteneva che ogni opera è il processo di una ricerca e si chiedeva in che cosa consistesse questa ricerca.
Non lo sapeva con certezza, ma parlava di una forza scatenante, capace di allargare la coscienza.
Questo è stato Chrysalis, un espandersi di possibilità, nate principalmente dall'osservazione delle mute dei bachi da seta e cercando di andare in sincrono con la loro tempistica di mutamento.
Nello scheletro cartilaginoso dei bachi da seta si addensa una memoria di migliaia di anni, le mute si ripetono sempre uguali, seguendo il ciclo dell'albero di riferimento: il gelso.
Sono piccoli miracoli e accadono in uno stato di attesa e di silenzio.
Le quattro mute che i bachi affrontano sono in parte dolorose, per ognuna il baco si immobilizza e aspetta che avvenga il passaggio allo stadio successivo.
Nei miei scatti ho voluto rendere il senso di questa attesa e insieme quello di una sofferenza che ho percepito lieve perché portatrice di una maturazione, di cambiamento.
L'attesa ha portato con sé anche lo stupore: come fa un essere così fragile a creare così tanta bellezza procedendo verso una dimensione così grande, una dimensione che ha un sapore di assoluto?
Attraverso la storia dei bachi ho cercato di narrare parte della mia storia.
Ho lavorato facendo degli autoscatti in movimento, eseguiti usando tempi lunghi di posa, e ho cercato di riportare il processo delle quattro mute in fotografia, diventando consapevole a poco a poco della mia stessa trasformazione.
Attraverso l'oro dei fili di seta, che piano piano costruivano il rifugio dal mondo, ho curato me stessa, attraverso la vita di questi insetti millenari sono ritornata indietro nel tempo, ai racconti narrati da mia nonna in qualche pomeriggio d'estate, quelli legati ad una giovinezza passata a lavorare alla filanda: il cerchio si chiude, la memoria si trasforma e prende nuove strade, muta, come fanno tutte le crisalidi.