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ARTIST STATEMENT | Clara Daniele


La mia ricerca si basa principalmente sull'analisi delle possibilità date dai concetti di tempo e di memoria.

Mi interessa sondare le zone di confine, il filo invisibile che lega la realtà e il sogno, le tracce di un'umanità perduta, lo spettro, diventato indecente, della morte.
Mi occupo di recupero: recupero di storie personali, di percorsi abbandonati, recupero di oggetti, recupero di paure e desideri che possano far evolvere la conoscenza e la coscienza di sé.
Ricerco la poesia nascosta nella polvere che ricopre gli oggetti, cerco di dipanare i fili perduti che potrebbero narrare una storia, sento la necessità di rispettare l'aura sacrale dei materiali per andare a sondare fisicamente il tema dell'abbandono e della perdita.
In sintesi, cerco di andare verso ciò che mi regala un turbamento, che impedisce il senso di distanza.
Mi interessa dunque fare arte per coinvolgere i sensi di chi guarda, un'arte viva che non nasca in un'asettica sala operatoria dove tutto è sterile, bianco e senza vita.
Con il mio lavoro artistico desidero far correre il rischio di provare un'emozione, una commozione; desidero salvare dall'oblio la miriade di vissuti che altrimenti andrebbero persi, andando a scavare con le mani nelle pieghe del tempo per ritrovare ciò che è coperto di polvere, che è andato perso, che è stato dimenticato.
Mi interessa la crepa che celebra un'estetica dell'imperfezione, la ferita che fa passare e scompone il raggio di luce, la stortura che contiene in sé il germe della bellezza.
Il mio lavoro artistico si basa sull'uso degli oggetti che rivelano un senso della storia, è un tentativo di localizzare la poesia nelle relazioni e nelle combinazioni tra gli oggetti e gli elementi naturali che mi circondano, con tutto il loro carico di significati ancestrali e
simbolici.
Oltre al mezzo fotografico, spesso come materiale per i miei lavori uso aghi, filo, abiti, tessuti, scarpe perché ciò che è stato in contatto con il corpo ne assorbe le pulsioni, la forza vitale, il respiro e, a volte, l'eco dell'anima di chi li ha abitati.
Attraverso la storia evocata dagli oggetti cerco di rivelare i loro e i miei molteplici strati, la mia e la loro verità, il loro essere specchio dei vissuti di tutti nel tentativo di creare un disvelo intimo e personale, tessendo un legame sottile ma indistruttibile con la memoria
personale di ognuno.

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