Vanitas
progetto fotografico|2018|
stampa su dimensioni variabili
Vanitas vanitatum et omnia vanitas |Vanità delle vanità, tutto è vanità| Qoélet, Ecclesiaste, 1,2-12,8
Un cimitero di provincia: gli occhi di una donna morta da troppi anni, incontrano i miei attraverso una fotografia.
La fotografia come debole espediente per trattenere, fermare e immobilizzare la vita, gli attimi, la bellezza, la luce.
Una partita persa in partenza, la storia di un continuo fallimento.
Nei vasi, fiori finti di decenni prima, effimeri nel loro tentare di oltrepassare l'inevitabile caducità di quelli veri, della vita. Nature morte, create artificialmente dall'uomo per tentare di sopravvivere. Sublimazione della morte nel posto che più di ogni altro la custodisce.
L'occhio a volte non riesce a distinguere, in uno scatto, il fiore finto da quello vero, esattamente come la mente non riesce a rendersi consapevole che ogni giorno che passa è un altro passo verso l'oblio.